Siamo giunti al termine di questo
nostro viaggio alla scoperta del plesiotelescopio, uno strumento davvero unico,
che inizialmente appariva misterioso, ma poi, attraverso la ricerca,
si è rivelato molto interessante.
Il plesiotelescopio è un cannocchiale ideato
da Nicodemo Jadanza [step 9 – L’inventore] (Campolattaro, 14
ottobre 1847 - Torino, 22 febbraio 1920) nel XX secolo per proiettare
a terra l'estremo della spranga dell'apparato di Bessel [Precisazione e step 3 - Glossario] per la misura delle basi geodetiche. Il nome plesiotelescopio [step 1 – Il nome] è composto dalle parole "plesio" e "telescopio":
"plèsio", dal greco πλησίον vicino; "Telescopio"
deriva dal greco tele che
significa lontano e skòpios che
significa osservo. Complessivamente plesiotelescopio significa "osservo da vicino ciò che è lontano". Questo strumento è quindi usato
[step 22 – manuale d’uso] per il rilevamento territoriale e lo studio delle
basi geodetiche. La scienza che tratta questi aspetti è la geodesia, che
studia forma e dimensioni della Terra e si occupa di determinare il campo
gravitazionale terrestre [step 4 – La scienza].
[step 2 – La foto] |
Come possiamo osservare dalla foto,
il plesiotelescopio ha un’anatomia [step 16 – L’anatomia] piuttosto semplice
composta da: un corpo principale, un obiettivo e una parte oculare [step 3 – Il glossario]. Il suo funzionamento è
legato alle leggi dell’ottica: le leggi di Snell [Step 5 – Il principio fisico].
Inoltre, come molti strumenti scientifici di quell’epoca, anche il
plesiotelescopio era realizzato principalmente in ottone [step 8 – I materiali],
lega metallica dalle notevoli proprietà chimiche [step 26 – La chimica], e
veniva costruito [step 11 – I costruttori] principalmente in Inghilterra dalla
Dollon London e in Italia da La Filotecnica, il cui simbolo [step 20 – Il simbolo] (una stella inserita in un cerchio con al centro le lettere I A S)
rese famoso il plesiotelescopio in tutta Europa. Di questa seconda azienda
abbiamo ritrovato alcuni inserti pubblicitari [step 13 – La pubblicità] che
costituiscono degli importanti documenti. E’ infatti importante, per una buona
ricerca, trovare informazioni e testimonianze anche in luoghi insoliti, come ad
esempio, nei francobolli [step 18 – Il francobollo] o nei fumetti [step 21 – Il fumetto].
Per lo stesso motivo non ci siamo limitati ad uno studio prettamente
scientifico dello strumento, ma per avere una conoscenza a 360 gradi, lo abbiamo ricercato in ambito cinematografico [step 12 – Nel cinema], nella storia, nei libri
[step 10 – I libri] e persino negli antichi miti [step 7 – Il mito]. Alla fine
lo conoscevamo così bene da poterne fornire l’abbecedario! [step 19 – L’abbecedario]
[step 6 – Il simbolo] |
Abbiamo inoltre cercato di comprendere meglio la sua evoluzione nella storia attraverso le parole [step 24 – Le parole]: il termine plesiotelescopio viene utilizzato per la prima volta nel 1883, data di invenzione di questo strumento [step 15 – I numeri]. Ha il suo picco massimo nel 1894, periodo in cui era particolarmente diffuso in Europa, ed un secondo picco nel 1918. Dopo questa data ha inizio il declino di questa parola, fino alla sua scomparsa al giorno d'oggi. Abbiamo poi confrontato l'evoluzione del termine plesiotelescopio con i termini Jadanza e geodesia. Abbiamo potuto notare come l'evoluzione dei primi due termini - plesiotelescopio e Jadanza - sia simile, nonostante in cognome dell'inventore sia stato maggiormente utilizzato (avendo lavorato su molti altri progetti oltre al plesiotelescopio); mentre il termine geodesia è stato utilizzato largamente per oltre un secolo, evolvendosi insieme agli strumenti di rilevamento territoriale che sono diventati sempre più digitali giungendo fino a noi.
Ed è proprio di questi strumenti digitali di misurazione delle basi geodetiche che abbiamo analizzato i brevetti [step 17 – Il brevetto]: brevetto di Nobuyuki Nishita C O Kabushiki Kaisha Topcon - pubblicato il 15-12-2015 relativo ad uno strumento che utilizza un moderno plesiotelescopio per visualizzare un punto di misurazione - e brevetto di Ishida Takeshi pubblicato il 15-01-2016. Ci siamo poi soffermati brevemente sulle norme [step 23 – La normativa] a cui questi moderni strumenti fanno riferimento. Tali norme indicano come effettuare le misurazioni di rilevamento territoriale e a quali unità di misura fare riferimento, come ad esempio le norme ISO 17123 che descrivono le procedure da adottate per determinare e valutare la precisione di uno strumento topografico nelle condizioni operative al fine di certificarne l’affidabilità.
Infine abbiamo riassunto i concetti
appresi nella nostra ricerca in una mappa concettuale [step 27 – La mappa concettuale] e in un albero tassonomico [step 14 – La tassonomia].
Vorrei ringraziare [Ringraziamento]
il professore Adriano Lolli, che mi ha aiutato in questo viaggio tramite alcuni
video [Approfondimento extra] davvero molto interessanti che hanno reso la mia
ricerca decisamente più avvincente e soprattutto i miei lettori a cui dedico il mio lavoro.
[step extra – Una cosa protagonistain un libro]
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